martedì 23 marzo 2010

SINDACATO MONDIALE GIOCATORI, NORMA ANTI-BESTEMMIE VIOLA DIRITTI - REVIEW WORLD PLAYERS, RULE NO-SWEARWORDS AGAINST RIGHTS

La norma anti-bestemmie è «una violazione di un diritto fondamentale». La FifPro, il sindacato mondiale dei calciatori, con questa formula boccia la regola introdotta a marzo sui campi italiani. «Come chiunque altro i giocatori hanno il fondamentale diritto di espressione» spiega sul sito della FifPro Wil van Megen, avvocato del sindacato internazionale, che sottolinea come anche nel caso delle bestemmie deve valere il principio che «ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, anche se può essere spiacevole». Il legale ricorda inoltre che «in base alle norme nazionali e alla legislazione internazionale, la libertà di espressione può essere rivista soltanto con un atto del Parlamento. Il potere di una federazione sportiva non può essere estesa ai diritti fondamentali. Se la Figc vuole punire questo, lo può fare solamente con l'appoggio del Ministero della Giustizia. Ma vorrei far notare che nessun governo ha fatto qualcosa del genere negli ultimi 100 anni». Il legale ricorda infine di aver già vinto un ricorso per un giocatore olandese espulso per frasi blasfeme. «Da allora in Olanda difficilmente un arbitro estrae il cartellino rosso per bestemmie: si può fare uso del giallo, ed è solo una misura disciplinarè». La Fifpro indica nell'educazione la soluzione. Sul suo sito, il sindacato internazionale ricorda poi come in Italia i giocatori si siano lamentati, attraverso l'Aic, delle nuova normativa Figc. E che dopo i dubbi espressi all'entrata in vigore delle nuove norme, le tre giornate di applicazione hanno spinto i giocatori a protestare con l'assocalciatori. La Fifpro cita il caso di Michele Marcolini, assolto dall'accusa di aver bestemmiato perchè la lettura del suo labiale indicava 'Diaz' e non 'Dio'.

The standard anti-blasphemy is "a violation of a fundamental right." FIFPro, the worldwide union of football players, with this formula rejects the rule introduced in March on the fields Italians. "Like everyone else the players have the fundamental right of expression," explains the site of FIFPro Wil van Megen, advocate of international syndicate, which emphasizes that even in the case of oaths must apply the principle that "everyone has the right to say what he wants although it can be uncomfortable. The lawyer also points out that "in accordance with national regulations and international law, freedom of expression may be reviewed only by an act of Parliament. The power of a sports federation can not be extended to fundamental rights. If the Italian Football Federation wants to punish this, he can do only with the support of the Ministry of Justice. But I would point out that no government has done something like that in the last 100 years. " The lawyer finally remembers that he has already won an action for a player sent off for Dutch sentences blasphemous. "Since then hardly a referee in the Netherlands draws a red card for swearing: you can make use of yellow, and is only a disciplinary measure." Fifpro education indicates the solution. On its website, the syndicate then recalls how in Italy the players have complained, through the AIC, the new legislation FIGC. And after the doubts cast into force of the new rules, the three days of application have prompted the players to protest the assocalciatori. Fifpro cites the case of Michele Marcolini, acquitted of blasphemy because he read his lips indicate 'Diaz' and not 'God.
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