«In nazionale non ho mai voluto cantare la Marsigliese, non mi è nemmeno mai venuto in mente. E se mi avessero chiesto di farlo avrei rifiutato, avrei lasciato la squadra»: lo dice Nicolas Anelka, attaccante del Chelsea e uno dei protagonisti in negativo dell'avventura dei Bleus ai Mondiali in Sudafrica.
Le dure parole di Anelka sono contenute in un'intervista con il rapper Booba per la rivista musicale Les Inrockutibles, in edicola oggi. Anelka afferma fra l'altro che avrebbe comunque lasciato la nazionale all'indomani dei Mondiali: «lo avevo detto a Domenech, prima dei Mondiali, qualunque risultato avessimo fatto. Gliel'avevo detto chiaramente. Anche la Federazione lo sa. Ma non l'hanno mai detto. Vogliono uscire ripuliti da questa storia, come se avessero ristabilito l'ordine».
In Sudafrica, dice Anelka, «abbiamo visto il vero volto della Francia. Nei momenti difficili si vede quello che pensa davvero la gente. Si diceva 'Ribery ha picchiato Gourcuff. Gourcuff il bravo francese, Ribery il musulmano. Siamo andati troppo in là. Quando non si vince, in Francia, si parla subito delle religioni, dei colori...».
Anelka ha una spiegazione del perchè in nazionale non ha mai decollato: «è soprattutto il fatto di essere stato il primo giocatore a venire dalla banlieue e ad avere una Ferrari che ha fatto venire mal di testa alla gente. Non ho mai capito perchè. Quando ero a Madrid, avevo 20 anni, avevo i soldi e ho comprato una Ferrari. E la gente me l'ha rinfacciato...».
Nell'intervista, fra l'altro, Anelka nega di aver mai pronunciato le parole ingiuriose nello spogliatoio contro il ct Raymond Domenech che gli furono attribuite da L'Equipe con un vistoso titolo in prima pagina («vai a farti fottere, brutto figlio di puttana») e che avrebbero provocato la sua estromissione dalla rosa.
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