Calcio e violenza, ma stavolta la storia non porta la firma degli ultrà. A denunciare minacce fisiche e personali - anche a rischio della vita - per due giocatori russi, è il sindacato mondiale dei calciatori, la Fifpro, che punta il dito direttamente sul club di appartenenza, il Kuban (la squadra dal portiere goleador - GUARDA IL VIDEO).
«Siamo choccati dalla vicenda di Nikola Nikezic e Sreten Sretenovic», costretti secondo il sindacato a firmare una finta 'rescissione' consensuale del loro contratto, ma dietro esplicite minacce sulla loro incolumità.
«Solo bugie», la secca replica della società di Krasnodar, i cui giocatori sono ribattezzati i 'Cosacchi'. Dopo aver contribuito alla promozione in prima divisione, i due avevano ancora un contratto fino al 31 novembre del 2011, ma la società voleva interromperlo. A quel punto, secondo la denuncia di Fifpro, il 28enne attaccante montenegrino Nikezic è stato pestato per 20 minuti da due body guard e minacciato di ritorsioni sulla sua famiglia in caso avesse parlato, finchè non ha accettato di siglare una rescissione contrattuale rinunciando a 230 mila dollari di ingaggio.
«Erano due energumeni armati di pistola, mi hanno minacciato di farmi tornare a casa da disabile», ha spiegato Nikezic. Minacce solo verbali invece al suo compagno di squadra, il difensore serbo Sretenovic, 26 anni, che ha rinunciato a 300 mila euro e ne ha anzi pagati 60 mila di compensazione al club. «Ho firmato solo per la gran paura». Il sindacato mondiale parla di «metodi mafiosi» e chiede alle autorità russe di intervenire per garantire la sicurezza dei calciatori.
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