Sembrava aver trovato a Genova, sponda Sampdoria, la sua isola felice. Dopo i problemi avuti a Roma e Madrid, Antonio Cassano era rinato in blucerchiato arrivando a conquistare stabilmente anche l'ambita maglia azzurra.
Poi la lite con annessi insulti col presidente Garrone e la successiva esclusione dalla rosa. In attesa verdetto del collegio arbitrale FIGC circa la propria vertenza con il cub doriano Fantantonio appare oggi irriconoscibile rispetto al campione ammirato sul terreno di gioco fino a qualche mese fa.
Il quotidiano "Il Giorno" oggi lo descrive come “Un leone in gabbia, ingrassato, silenzioso e… agli arresti domiciliari. Ma non depresso, almeno per ora. Così descrive Antonio Cassano chi lo conosce bene. Un giocatore ’spento’, che si fa portare i giornali a casa di buon mattino e che probabilmente solo adesso si sta rendendo conto dell’ultima gravissima ‘cassanata’. Almeno i primi giorni, dopo l’imperdonabile sceneggiata del 26 ottobre lo si vedeva correre la sera sul lungomare di Quinto, imbacuccato e sfuggente. Adesso non succede neppure quello, da Nervi e dintorni è scomparso, tant’è che esce di casa la sera solo se va a cena dai suoceri. Lui al campo non ci mette piede, neppure in orari diversi dai compagni di squadra, Garrone glielo ha proibito. E così Antonio si è isolato: cinquanta giorni senza pallone sono tanti e duri da superare, anche per questo pare sia ingrassato di circa tre chili”.
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