Discendenti del Pelide Achille, la nazionale greca in realtà non è mai (o quasi) riuscita nella storia calcistica a rinverdire gli antichi fasti del suo illustre nome. Il mondiale in Sud Africa è il secondo nella storia del calcio greco; la prima apparizione ellenica risale al 1994 ma l’esordio è disastroso perché i greci vennero sconfitti in tutte e tre le partite del girone e tornarono ad Atene con il magro bottino di 0 punti fatti e 10 gol subiti. L’anno zero del calcio greco è il 2004 quando compiendo un vero e proprio miracolo (quasi come distruggere la città di Troia), la Grecia si laurea Campione d’Europa battendo in finale i padroni di casa del Portogallo per 1-0 dopo aver già eliminato Francia e Repubblica Ceca. Nel 2008 i greci non ripetono il miracolo ( anche perché i miracoli capitano una volta sola) e escono subito dal girone rimediando 3 sconfitte contro Svezia, Russia e Spagna. La Grecia approda al mondiale Sud Africano, con qualche difficoltà riuscendo a battere nello spareggio gli Ucraini (0-0 l’andata, 0-1 per gli ellenici il ritorno). E il cammino per i sentieri sud africani si preannuncia difficile: inseriti all’interno del girone B con Argentina, Nigeria e Korea del Sud sarò tosta approdare agli ottavi. Samaras, Amanatidis, Katsouranis sono alcuni dei giocatori più importanti tutti in possesso di una discreta esperienza internazionale. Attenzione a Theofanis Gekas, una delle poche nuove leve subentrare dopo il 2004. Sì perché come ovvio, i grandi protagonisti dell’impresa europea resisteranno fino alla pensione. Ne sanno qualcosa orecchie a sventola-Karagouinis è il totem del gruppo, regista superstite eroe che vive di rendita da tempo. Un po’ come il mister Otto Rehhagel che da un decennio resiste servito e riverito sulla panchina ellenica.
OBIETTIVO: Arrivare seconda nel girone. L’impressione però è che sia necessario più di qualche “Cavallo di Troia” per riuscire nell’impresa
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