lunedì 9 maggio 2011

FRANCIA, DOPO IL CALCIO SCIVOLONI RAZZISTI ANCHE IN POLITICA

Dal recente scandalo sulle quote discriminatorie per limitare l'accesso di neri e arabi nella Nazionale di calcio, fino agli 'scivoloni' dal sapore settario di alcuni ministri, al pugno duro contro immigrati e Rom, o al successo nei sondaggi del Fronte Nazionale di estrema destra di Marine Le Pen, la Francia sembra essere sempre più al centro di fenomeni di intolleranza o razzismo.
Spiega Michel Wieviorka, sociologo specialista di questioni legate al razzismo, «la Francia è peggiorata rispetto alla fine degli anni Novanta», quando la Nazionale multirazziale di Jacquet conquistò la Coppa del Mondo. «È un Paese che dubita di se stesso e del suo posto nel mondo. La globalizzazione ci spaventa più che gli altri. E la paura che i nostri figli vivano meno bene è ormai generalizzata. Ciò che si è detto alla Federcalcio è solo il riflesso di ciò che succede nella nostra società, delle sue paure».
A inizio 2011, ha rivelato nei giorni scorsi il sito Internet Mediapart scatenando un fiume di polemiche, la Federcalcio ha parlato segretamente di un sistema di quote per l'accesso ai vivai nazionali che limiterebbe il numero di neri e arabi al 30%. Motivo? Evitare che troppi giocatori con doppia nazionalità crescano in Francia per poi andare a fare le fortune di altre nazionali e mettere un argine al fenomeno dei «troppi neri, alti e atletici, a scapito dei bianchi», che nel gioco «champagne» della Francia rappresenterebbero «l'intelligenza della manovra».
Il governo e la stessa Federcalcio hanno aperto due indagini, i cui risultati verranno pubblicati a breve. Mentre il direttore tecnico della Federcalcio, Francois Blaquart, è stato sospeso dalle sue funzioni e il ct dei Bleus, Laurent Blanc, si è visto costretto a chiedere «scusa».

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